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Il volume traccia una breve storia del fenomeno ideologico della responsabilità sociale d'impresa (RSI). Si guarda, cioè, al "volto buono" del capitalismo novecentesco e contemporaneo, a quel processo di formazione di idee e immagini di sé mediante cui l'impresa (con il contributo degli specialisti di scienze manageriali), attraverso il XX secolo e oltre, ha dialogato con la società, risposto alle sue richieste di giustificazione e infine preteso di consacrare se stessa. Se, dunque, è possibile leggere queste pagine come quelle di un piccolo manuale storico-concettuale dove rinvenire le nozioni-chiave del vasto dibattito sulla RSI (stakeholder management, responsibility e responsiveness, etica e filantropia, autoregolamentazione e vincoli normativi ecc.), al tempo stesso vi si può riconoscere anche il dipanarsi di un percorso interpretativo, nel quale alcuni fili vengono tirati ed altri lasciati cadere. Il discorso tende così ad ampliarsi verso gli orizzonti del capitalismo globale e della sua governance, della democrazia economica, delle relazioni tra etica e diritto. E una delle banali scoperte a cui si arriva è che il volto buono che si era inteso illuminare all'inizio rischia di ridursi a foglia di fico stesa su volti notoriamente "cattivi" (finanziariazzazione esasperata, stock options e potere manageriale, conflitti di interessi ecc.).